venerdì 27 dicembre 2013

BISABOSA

1 commento:

  1. ARTURO PICCHI
    E LA NASCITA DEL CIRCOLO SOCIALISTA "BISABOSA"

    Milano 1920
    Come Il futurismo scuote il torpore dei Milanesi così il dinamismo stimola e contagia anche sonnecchianti anarchici e socialisti che dopo il lavoro si ristorano con un mazzo di carte sorseggiando un bicchiere di vino.
    A Milano nella osteria di porta romana in Via Adige al numero 8 si costituisce il Circolo o Dopolavoro “BISABOSA” fondato dal gruppo di affezionati amici frequentatori del locale, avversari solo nei ruoli felici di giocatori a carte. E’ esplosa la voglia di vivere. Non come vuole il futurismo promotore di manifestazioni quasi politiche, ma come desiderano i padri di famiglia. Attività familiari, di giochi a tavolino, beneficenza, feste, gite, sport, viaggi, e volontariato. L’unico problema è la scelta del nome al circolo.
    Arturo dedica molta attività per l’avviamento. Riesce nel suo compito talmente bene e felicemente diventando, in modo plebiscitario, il Presidente del Circolo. Durante una entusiastica riunione che, con la partecipazione delle famiglie, raggiunge le 500 persone, si sta cercando di dare un nome al circolo. Arturo suggerisce il nome BISABOSA.
    Racconta che nella antica Milano era d’uso questa esclamazione che significando movimento di gran caos, per riottenere l’ordine, buttava per aria il tutto confondendo. Sinonimo di Quiete dopo la Tempesta. Nome adatto soprattutto in quei momenti di incertezza. Con l’auspicio di veder apparire l’arcobaleno. Il nome "BISABOSA" viene approvato da tutti.
    Arturo porta l’attività della società dopolavoristica ad un livello di interesse superiore. Convegni e viaggi culturali si avvicendano continuamente. Un Futurismo in dialetto milanese. Poco condiviso da F.T.Marinetti.
    E’ dall’avvento del fascismo, che opportunisti in camicia nera tentano invano di governare questo movimento. Arturo si difende con grande diplomazia. Nell’ambito politico la Bisabosa si adegua formalmente ai tempi, annientando però gli interventi degli opportunisti.

    E’ il 1926. Il Duce approva la costituzione dell’OVRA.
    Opera di Vigilanza e Repressione Antifascista. Organizzazione poliziesca che deve perseguitare chi non condivide le ideologie fasciste. Principiano i problemi politici.
    Il Dopolavoro deve essere composto da soci vestiti in camicia nera. Arturo comprende che la quasi totalità delle imposizioni è frutto dell’iniziativa di vecchi amici, persone che conquistato politicamente il proprio microscopico centro di potere, agiscono incontrastati con soprusi e azioni di disturbo. Il Duce fu frequentatore della Bisabosa, era conosciuto dagli amici con il nome di Amilcare. Arturo riesce a incontrare Benito Mussolini all’interno dell’Osteria che intervenendo la definì sorridendo “Covo della Bisabosa”. Non si è mai saputo cosa fece Arturo per convocare il Duce. Si suppone l’esistenza di una vecchia lieve amicizia socialista. Sta di fatto che nessuno osò più agire contro Arturo.
    I quattro lustri successivi sono il riassunto di interventi di Arturo (Bisabosa) a favore della pace, culminando con la liberazione di un intero campo di concentramento italiano.
    estratto dal volume illustrato "BISABOSA" di alvaro picchi

    RispondiElimina